Di là dal mare ci siamo noi...
Clan Nuvola del Potenza 1
Chi siamo
SARAH
Durante questa quarantena ho scoperto davvero molte cose, come ad esempio che i prof si possono arrabbiare anche per il troppo silenzio, che i compiti si copiano anche in videochiamata, che le battute divertenti, non fanno partire il coro di risate, se siamo tutti a casa con i microfoni spenti. Che l’autobus delle 7:20 non mi è mancato nemmeno in quarantena, che mio padre a volte può essere addirittura simpatico, e Anna non sarà mai intonata. Ho imparato a fare i dolci, visto tanti documentari e letto tantissimi libri. Ho imparato ad apprezzare alcune cose, come l’aria aperta, i fiori sul mio balcone, le semplice uscite con i miei amici e un pranzo domenicale tutti insieme a casa di nonna. Ma ho anche ragionato su me stessa. E paragonandomi ad una casa di mattoni, ho capito che c’erano alcune crepe da aggiustare, altri mattoni ancora da aggiungere, ed altri da accettare così come sono, perché non saranno perfetti, ma per lo meno sono unici. Ho capito che siamo il motore della nostra felicità, ho capito in cosa veramente credevo io e cosa invece era la società a farmi credere di volere.
Consigli
- La nostra vita è fatta di mattoni, ogni tanto qualche mattone potrebbe rompersi o semplicemente rovinarsi, però ricorda, quando un mattone si rompe, se ne può prendere un altro e quando un mattone si rovina tranquillamente si può aggiustare
- Continua a costruire la tua casa, ogni mattone richiederà del tempo ma una volta diventata stabile lo resterà per sempre
GIORGIA
Liberi finalmente? Non lo so, sembra tutti così strano; potere andare dove si vuole, rivedere facce diverse dopo tre mesi; dovrebbe essere tornato tutto alla normalità, eppure non mi sento davvero così, sembra che io sia ancora in isolamento. Questa quarantena non credo mi abbia fatto molto bene: ho avuto sbalzi d’umore dalla mattina alla sera. C’erano giorni in cui mi sentivo entusiasta di fare qualunque cosa: dal cucinare allo studiare, al fare riunione al portare avanti la mia vita; altre volte invece non volevo fare altro che stare sola ed evitare contatti con qualunque forma di vita. Uno dei pochi lati positivi che riesco a trovare è l’avere fatto una detox dal telefono, anche se, viste le circostanze, non penso sia stata un’idea così brillante. Sinceramente non saprei dire a cosa siano stati legati questi cambiamenti di umore così repentini anche perchè sono stata bene con la mia famiglia anzi, è stato bello stare a casa dopo un po’ di tempo e poter vivere la mia famiglia a pieno. Durante la quarantena mi sono sentita in colpa di essere sparita con alcune persone, mi è mancato vedere di persona quelli a cui tengo. Questo periodo penso mi abbia dato la conferma definitiva che ho bisogno di trovarmi nello stesso luogo con gli atri, di avere una conversazione faccia a faccia perchè attraverso il telefono non ne sono capace. Mi dispiace essermi isolata; mi dispiace non essere riuscita a sfruttare le ”giornate buone” quanto averi voluto; mi dispaice non essere riuscita a dare una mano a chi era in difficoltà più di me. Credo che questo periodo mi abbia insegnato come non voglio essere. L’unica cosa che ora devo e voglio fare è riportare l’isolamento fisico e psicologico in una stato di latenza.
Consigli
ANNA
La mia parola chiave di questa quarantena é TEMPO. Cercare qualcosa per occupare il tempo e non cercare il tempo per fare qualcosa. É difficile scegliere tra un contenitore pieno di cose in cui dover giocare a tetris per inserirne un altra e un contenitore semivuoto in cui poter aggiungere qualsiasi cosa. Avere tante cose è bello, é più facile per certi versi, pulisce la coscienza. Dover riempire qualcosa di assolutamente vuoto é più impegnativo, ma é anche sintomo di una marea di occasioni. In sostanza in questa quarantena ho capito che devo lasciare più spazio vuoto nella mia vita e che riempirsi di cose su cose da fare non è uno stile di vita sano.
CRISTIAN
Chi avrebbe mai pensato che saremo stati chiusi in casa per ben tre mesi? Io no di certo però é accaduto e voglio raccontarvi come ho vissuto questa esperienza. I primi giorni sono stato abbastanza male non essendo abituato a non avere contatti con il mondo esterno, ma dopo riprendendo infatti le mie passioni in mano sono riuscito a tenermi occupato, dopo 10 giorni ho costruito un trasmettitore radio FM per poter trasmettere la mia voce via radio a chi stava nei paraggi, infatti ho fatto tanti flash mob via radio per i primi trenta giorni dopo di che mi sono dedicato a costruire una macchina per l'azienda di mio padre capace di effettuare saldature a TIG in maniera completamente autonoma, li ho vissuto l'emozione di vedere tra le mie mani un progetto così complicato prendere vita. Verso gli ultimi giorni di quarantena ho iniziato a fare il bandito per raccattare gli ultimi pezzi. Posso affermare che in questo periodo di tempo ho trovato il modo di non annoiarmi come ho creduto all'inizio.
MARIA
Mai come in questo momento il valore della casa sia stato rivalutato, dove per condizioni di sicurezza nazionale siamo stati ribaltati a vivere in una casa che non sentiamo nostra, scoprendo spazi nuovi. Durante questo periodo abbiamo capito il valore della libertà: libertà di uscire, libertà di abbracciarsi, libertà di baciarsi e libertà di darsi la mano. Un gesto così semplice ma simbolico. In questo momento di pandemia la casa è diventato il mio rifugio, un luogo dove c’è sempre chi ti accoglie. È stato luogo di condivisione delle proprie paure per una sorella/figlia che si trovava in una città a rischio, ma è stato anche luogo di riscoperta del proprio nido e della propria famiglia. Il lock down mi ha portato alla riscoperta della lettura e dello studio. È stato un alternarsi di gioia e tristezza, mi svegliavo ogni giorno nella speranza fosse un giorno migliore.
ADRIANO
DAVIDE ANTONIO
Durante la quarantena principalmente sono stato chiuso in camera, però partendo da pochi momenti ogni giorno ho riscoperto il tempo in famiglia, erano anni che non passavo con loro tutto questo tempo, mi ha ricordato di quando ero più piccolo, solo che questa volta non c'era mio fratello
LILIANA
Che faccio ora? Cosa faccio, se tutto ciò che di solito occupa il mio tempo, non posso più farlo? Spesso non mi restava che pensare.
Era l'unica domanda che mi ponevo continuamente, anche dopo settimane. Questa quarantena ci ha fatto capire tanto, abbiamo dato un significato alle cose più piccole che possano esistere, abbiamo capito cosa significhi un abbraccio, una carezza o un semplice bacio di sfuggita, dato nella fretta di tutti i giorni. Abbiamo capito che ci dobbiamo fermare ogni tanto, guardare quello che abbiamo davanti e farlo bene, con intensità, perché, chissà, domani scoppia un’altra epidemia. Abbiamo capito che dobbiamo fare le cose che ci piacciono, che dobbiamo stare con le persone che amiamo. Abbiamo capito che dobbiamo avere cura di noi stessi: dobbiamo riprendere il libro che non abbiamo mai terminato per mancanza di tempo, o lo strumento che abbiamo smesso di suonare da anni, preparare un dolce con la mamma, fare un maschera del viso con il limone e lo yogurt, fare yoga sul balcone... ecco dare l’importanza che merita al balcone, che ho sempre reputato colpevole del rimpicciolimento della mia cameretta, senza considerare quante cose potessero succedere in questo posto mistico. Tutti, dal balcone, abbiamo cantato canzoni a squarciagola, appeso striscioni con su la scritta “andrà tutto bene” , abbiamo guardato i pochi che camminavano nelle strade e provato un briciolo di invidia, abbiamo asciugato i capelli al sole, proprio come si fa d’estate, al mare, abbiamo usato i vasi dei gerani per piantare qualche pomodoro pachino, perché per la noia ci siamo dati anche al giardinaggio. La noia ci ha accompagnato durante il corso della giornata, in ogni momento, come un angelo custode, ma ha dato frutto a tanta creatività, perché ci ha costretto a pensare, ad ingegnarci e a trovare sempre qualcosa da fare.