Di là dal mare ci siamo noi...
Noviziato Magna Ursi del Policoro 1
Le nostre lettere
Questa quarantena mi ha dato modo di pensare, di avere tempo per me, per capire quali sono i miei obiettivi e come posso fare a raggiungerli.
Ho sperimentato molto ultimamente, per trovare la dieta più adatta a me, l'allenamento più adatto a me e il modo di affrontare le cose nella maniera più razionale e positiva possibile. Cercare di migliorare se stessi credo sia un primo passo per migliorare ciò che ci circonda. Sono stato fortunato, perché non mi sono lasciato andare dal flusso di paranoie che a volte mi tormenta, alle possibili realtà che avrei potuto vivere.
La scuola, i miei amici, mi hanno aiutato a non abbandonare la realtà, a non cadere nella procrastinazione.
Anche la musica mi ha aiutato, scoprire nuovi-vecchi artisti, conoscere nuove canzoni, nuove realtà. Le cuffie sono state un indumento stabile in questo periodo, una certezza.
Il telefono, invece, è il problema principale. Una copertina per un bambino ha lo stesso affetto che mi dà il telefono, sicurezza: sapere che la mia vita è lì dentro o per lo meno, una parte della mia vita.
Probabilmente ho perso qualcosa, il contatto umano, il saper interagire con gli altri… non so se questo sia un vantaggio o meno, l'essere più freddi, più schivi… per lo meno so che affronterò la vita con più consapevolezza.
In questo lungo periodo di “arresti domiciliari” non ho potuto far altro che pensare come avrei potuto sfruttare al meglio questo tempo. Ogni volta che ci penso, una miriade di idee iniziano a venirmi in mente e, affollato da tutti questi propositi, non riesco mai a sceglierne in definitiva uno, sia per colpa della mia indecisione, ma anche per colpa della mancanza di tempo. Ecco, la cosa che sembrava più scontata in questo periodo di quarantena in realtà è quella più esigua. Essendo troppo preso dalle videolezioni e, in generale, avendo gli occhi sempre puntati su computer, telefoni, tablet ecc…, non riesco a rendermi conto di come il tempo passi in fretta, e di conseguenza non riesco ad organizzarmi per quello che avrei voluto fare. Passo la maggior parte della mattinata a seguire le videolezioni, talvolta soporifere, dei nostri “cari” prof. Dopo aver fatto lezione, pranzo e dopo aver riposato per un’ora circa, verso le 14:30, inizio a studiare. Dopo aver trascorso altre quattro ore sui libri, aiuto mia madre e, se ho ancora del tempo libero, mi dedico a qualche hobby. Poco tempo fa ho deciso di restaurare un’arnia, o almeno ci sto provando, dato che le mie capacità manuali sono paragonabili a quelle di un bambino di tre anni. Dopo aver scartavetrato una lastra di legno come se non ci fosse un domani, ceno, e quindi mi preparo per l’immancabile videochiamata con due mie care amiche. In queste videochiamate serali parliamo innanzitutto di cosa abbiamo fatto durante la giornata, quindi raccontiamo vecchie vicende, molto spesso esilaranti, e pensiamo a cosa potremmo fare insieme quando tutto questo sarà finito. In questi due mesi ho affinato le mie tecniche di cucina, dedicandomi alla preparazione di muffin al limoncello, red velvet, crostate ecc… adesso aspetto solo la Stella Michelin. Non possono poi ovviamente mancare le videochiamate con il gruppo scout, che sono un ottimo rimedio per trascorrere il tempo con gli altri, in modo tale da non perdere quel senso di vicinanza che è tanto importante.
Questa pandemia è stata come una bufera che, inaspettatamente, ha colpito tutto il mondo. Gli anziani, che hanno vissuto la guer a, hanno detto che questa pandemia è stata peggio: siamo stati tutti in isolamento, non abbiamo potuto incontrare i nostri familiari ed amici. I primi tempi sono stati sicuramente quelli più difficili, sia perché all’improvviso la nostra quotidianità è stata stravolta, abbiamo perso i contatti con la scuola e con i compagni, sia perché eravamo sempre in attesa delle ultime notizie e dei numeri che la protezione civile diffondeva ogni giorno. Per fortuna, pian piano il contatto con la scuola è stato ripreso con la didattica a distanza, una cosa nuova per noi alunni e che a me personalmente è piaciuta sin dall’inizio.
Sicuramente questo lungo periodo di quaranta è stato per me un importante periodo di riflessione, ma, nonostante ciò, cosa potevo fare per non cadere nella noia?
Molta parte del mio tempo l’ho dedicato allo studio, alle videolezioni giornaliere, a leggere e vedere film.
Poi ho pensato ai miei hobby, e mi sono dato da fare.
Così, dopo lo studio quotidiano, ho iniziato a mettere a posto gli album della mia collezione di francobolli e, dato che sin da bambino ho sempre amato gli animali e ho sempre avuto gatti, cani, conigli e da qualche anno anche pappagalli, ho iniziato a costruire un recinto con un laghetto per accogliere delle anatre.
Per portare a termine questo lavoretto, con l’aiuto di mio padre, sono andate via circa due settimane.
Poi ho comprato due anatre e gran parte del mio tempo lo dedico a loro.
C’è da dire che lungo questo periodo di quarantena ho sofferto molto la lontananza dal mio cavallo, poiché non si poteva uscire di casa per cose non necessarie.
Negli ultimi tempi, come si sperava, il virus ha allentato la sua presa e, con le dovute precauzioni, dal 4 maggio ci è stato permesso di uscire e finalmente ho ripreso gli allenamenti.
Inoltre, andando a trovare i nonni mi sono reso conto che c’era molto da fare, così ho dedicato del tempo anche al loro giardino: ho tagliato il prato e riverniciato i cancelli.
Perora sto impegnando il mio tempo in questo modo, quando avrò finito e quando finirà la scuola, mi inventerò qualcosa di nuovo da fare.
Salvatore
Cari colleghi,
durante questi due mesi di quarantena abbiamo provato a tenerci compagnia. Le attività proposte sono state molto divertenti e penso che ogni pattuglia abbia portato al meglio i propri lavori o comunque, in ogni caso, personalmente ho apprezzato molto tutti i progetti! Non nascondo che per me è stato arduo poter essere presente alle riunioni (infatti alcune, per un motivo o per un altro, le dovute saltare) in quanto mi sono ritrovata in un surplus scolastico e durante la quarantena ho cercato di destreggiarmi tra quest'ultimo e la famiglia che ho cercato di godermi durante questi 2 mesi di "tempo".
In conclusione ho molto apprezzato lo spazio di riflessione e interazione che ci hanno donato le attività svolte tant'è che mi piacerebbe estendere anche alle riunioni fisiche (ovviamente senza precludere tempo per organizzare le uscite).
Tanti cari saluti,
Alessia
Caro Salvatore,
ti scrivo questa lettera per discutere un po' di quello che sta succedendo in questi ultimi mesi difficili. Come sai la pandemia ha scosso l’equilibrio giornaliero, ma in certi casi ci è servito per approfondire un po' noi stessi e dedicare più tempo alle nostre passioni/hobby. In queste ultime settimane sono riuscito a dedicare parte del mio tempo libero nello sviluppo di alcuni progetti personali (idroponica e programmazione), invece tu, su cosa ti stai cimentando?
L’unico mio problema di questa quarantena è la scuola, alquanto superflua a parer mio, poiché non è il momento migliore per affrontarla. Questo breve periodo è fondamentale specialmente per noi ragazzi per distaccarci dal mondo scolastico e scoprire nuove cose in maniera individuale …la scuola di certo non va abbandonata ma non si può pensare di proseguire una didattica a distanza in questo modo (falsa sotto tutti i punti di vista). E non si può pensare di intraprendere una didattica a distanza nella stessa metodologia e forma di quella normale (è da folli). Ormai mancano pochi giorni alla fine dell’anno scolastico, quindi è inutile lamentarsi ora, ma secondo me è stato tutto tempo perso. Invece tu come ti stai comportando in questa quarantena?
Giovanni
Allora questa quarantena fin dall'inizio è stata un vero stress. Mi sono legata sempre di più al letto e al divano che stavo per diventare una parte di essi. Avevo iniziato un libro prima che iniziasse la quarantena e ancora non l'ho finito. Però ho imparato a cucinare meglio solo perché dovevo farlo per forza visto che non potevo andare a mangiare dalle mie nonne (cioè praticamente ho imparato a riscaldare le cose che mia mamma preparava prima di andarsene). Ho fatto anche un po' di allenamento e qualche giro per casa con i pattini. Ciò che più mi è mancata è stata la mia vita sociale, ma inaspettatamente anche la scuola, soprattutto dal punto di vista del ritrovo con i miei amici, ma anche perché guardare al computer qualcuno che parla e viceversa parlare al proprio pc non credo si possa definire poi così tanto scuola.
P.S. Spero di fare un'uscita al più presto.
Caro/a fratello o sorella scout,
Non so per il momento a chi di noi sette arriverà questa lettera (però non penso ritorni a me), il nostro maestro dei novizi deciderà a chi inviarla.
Inizierei col dire che questa situazione all’inizio ha avuto un impatto molto negativo su di me. Passavo le giornate interamente sul divano o sul letto non facendo letteralmente quasi niente pensando a com’era brutto il mondo fuori dalla mia casa. Perdendo completamente il conto dei giorni e delle ore mi sono resa conto della mia fortuna che avevo nel stare a casa al sicuro e del fatto che la mia famiglia era al mio fianco. Abituata alla lontananza dei miei familiari come nonni paterni, zii e cugini non ne ho sentito molto la mancanza. Però non posso dire di certo che non sentivo la mancanza delle mie migliori amiche, con loro condividevo le mie intere giornate sia scolastiche che extra scolastiche (non penso si dica proprio extra scolastiche però non è un tema di italiano ahahah). Sono molto affezionata e legata a loro in quanto penso che tra di noi ci sia una così stretta fratellanza che mi fa pensare loro come una seconda famiglia, la nostra lontananza mi ha indotto a trovare delle conferme e al fine quasi di tutto questo posso dire che l’amicizia è una cosa bellissima forse più di una poesia di Leopardi o di un sistema impossibile.
Invece la scuola, ah la scuola che cosa meravigliosa! Io la Adoro nel vero senso della parola. È un luogo che potrebbe sembrare come tutti gli altri ma non è così, dipende dal ruolo che esercita nella vita di noi ragazzi. Io posso considerarla come una seconda casa piena di persone fantastiche che sono i miei mitici compagni di classe, i professori grazie ai quali noi alunni ascoltando le loro lezioni ci perdiamo nell’infinito della conoscenza perché non si finisce mai di imparare ed è proprio vero! , e poi come non pensare al Giupy e a Mariagrazia( collaboratori scolastici ormai considerati membri della nostra classe ) che era d’obbligo passare a salutare ogni mattina e quasi ad ogni cambio dell’ora che con i loro sorrisi e le loro battute riuscivano a rallegrarci e a tirarcela su di morale dopo che la prof di storia assetata di voti esige che noi le studiamo infiniti capitoli di storia romana tanto bella quanto pesante…
Ma forse al di là di tutta la routine scolastica, chi mi manca di più sono i miei compagni di banco, soprannominati dal resto della classe “gli indivisibili 4” perché quando si assenta uno ci assentiamo tutti o perché siamo davvero legati da un bene fraterno, un legame forte tipo legame covalente spiegato dal nostro tanto adorato prof A. Anche un’altra cosa mi manca un sacco della mia classe, i cori che partivano all’improvviso sulle canzoni di Rino Gaetano o Orietta Berti, però fermi tutti queste tradizioni continuano anche a distanza intasando il gruppo whatsapp di classe con audio di flash moob improvvisi.
Beh devo dire che anche i ragazzi del gruppo scout mi sono mancati pur conoscendoci effettivamente da poco tempo penso che siamo riusciti già a creare un bel rapporto di amicizia.
Però per fortuna la tecnologia avanza nelle nostre vite subentrando nella nostra routine e ormai è grazie a lei se ci sentiamo meno soli, se possiamo vederci attraverso un semplice schermo freddo che pur non trasmettendo la realtà delle circostanze ci fa rivedere i volti delle persone che amiamo e che portiamo sempre con noi nel nostro cuore.
Pur Avendo molto tempo libero ho letto così poco che posso dire non aver letto proprio però ho studiato tanto tanto forse pure troppo concentrandomi come sempre di più sulle mie adorate materie preferite, forse perché così facendo non mi soffermavo a pensare perché ogni volta che lo facevo mi veniva voglia di uscire di casa e di tornare alla normalità. Ho cucinato tantissimi dolci, ogni giorno un dolce diverso accidenti la mia famiglia non mi sopportava più e faceva di tutto pur di allontanarmi dai fornelli; ho avuto la fortuna di avere i nonni materni sempre con me poiché abitiamo nella stessa casa e quindi ogni sera facevamo la pasta di casa mentre vedevamo film in tv, però una cosa che non riesco proprio ad imparare è come si cucina il sugo perciò quello lo lasciamo fare a nonna Anna che è meglio…
Ogni giorno le videolezioni occupano le mie mattinate. Il pomeriggio mi perdevo a studiare così tante ore che ho letto tutto il libro di biologia e non ho tralasciato nemmeno le note in fondo alle pagine…
Io penso che questa quarantena mi abbia aiutata molto, ho capito davvero ciò che conta realmente: la mia famiglia, i miei amici. Tutto ciò che prima davamo per scontato ora non vediamo l’ora di poterlo rivivere. Ad esempio, la prima cosa che farò appena potrò uscire sarà quella di incontrare le mie migliori amiche perché senza di loro a me manca un pezzo di me stessa e per loro è lo stesso… durante il giorno tantissime erano le videochiamate che ho fatto perché ognuno di noi aveva bisogno di vedere l’altro. Grazie davvero dovrei dirlo ad A. S. perché ormai abbiamo instaurato una nuova tradizione ovvero quella di fare una videochiamata ogni sera prima di andare a dormire per parlare di tutto quello che ci capitava durante il giorno e finivamo sempre per spettegolare ahahah ops che monellini poi però ogni volta facendo tardi la mattina quasi sempre non riuscivo a sentire la sveglia rischiando sempre di arrivare tardi a lezione… per fortuna le videochiamate ci hanno permesso di azzerare le distanze ma non del tutto perché per molto ancora si andrà avanti così.
Io penso di averti raccontato in modo breve come ho passato la mia quarantena, tra dolci, videochiamate, flash moob, studio matto e disperatissimo…. spero che anche tu possa aver sfruttato questo momento per fare una pausa riflessiva al fine di comprendere ciò che realmente conta. Un abbraccio virtuale e un saluto è tutto quello che io posso dirti al fine di questa lettera nella speranza di tornare presto alla normalità.