Giorgio Coviello - 1957 Osvaldo Monass - 1957
1957, San Francesco d'Assisi - Matera , festa della regione che diventa autonoma. Nella prima foto un giovane, Giorgio Coviello. Nella seconda il capo scout Osvaldo Monass, Raffaele Chiarolla, Lucio Marconi e, col cappellone in seocndo piano Ginetto Rossi fondatore degli scout a Bernalda.

Non abbiamo notizie di associazioni scout sorte in regione nel periodo precedente l’avvento del fascismo quanto invece, per frammentarie ed incomplete che siano, ne abbiamo del periodo dell’immediato dopoguerra. In quel periodo, infatti, c’è stata un po’ ovunque un’insperata sensibilità legata a quella voglia di fare propria di una società che acquistava nuovamente la propria libertà. È risaputo che nel periodo fascista le associazioni scout furono sciolte per legge e furono soppiantate in tutti i paesi e città dalla G.I.L., la Gioventù Italiana del Littorio che voleva in qualche modo educare i giovani italiani più ad un regime che ad una vita scout nel vero senso della parola. Con la caduta del fascismo quindi, i giovani si sentono orfani di qualcosa che fino ad allora li aveva uniti, fosse anche solo la manifestazione in piazza, l’uniforme che abbatteva le differenze di ceto e l’issa bandiera sull’attenti. Tornare indietro non era assolutamente possibile. Ecco quindi l’entusiasmo e la disponibilità di personaggi dell’epoca che si trovarono a ricoprire incarichi privilegiati tanto da dare un nuovo impulso all’associazionismo scout che rinasceva un po’ ovunque in Italia.

A Matera nel 1945 nasce la G.I.S., Gioventù Italiana Scout, per opera di un gruppo di ragazzi sollecitati e supportati dal tenente polacco Majewski di stanza a Matera con le truppe alleate. Majewski cercò in tutti i modi di orientare questi giovani allo scautismo di ispirazione cattolica come lo era stato lui in Polonia. Dalla GIS nasce l’idea che porterà poi in città alla nascita dell’ASCI. In Lucania l’ASCI fiorì un po’ dovunque spinto dall’irrefrenabile impegno e dall’entusiasmo di sacerdoti e prelati. È il caso di don Dante Casorelli a Melfi e Mons. Vincenzo Cavalla a Matera. Nacquero le prime Zone: quella di Potenza e dell’alto Vulture con i gruppi di Melfi, Potenza, Lavello, Palazzo S.Gervasio, Rionero e Avigliano retta dal Commissario di Zona Aldo Laghezza e quella del Materano che interessava sia i paesi in provincia sia quelli ricadenti nella sua diocesi che allora comprendeva anche comuni della provincia di Taranto e della provincia di Potenza con i Gruppi di Policoro, Bernalda, Montalbano, Miglionico, Matera, Ginosa, Laterza, Pomarico, Montescaglioso, Pisticci, Salandra, S.Chirico Nuovo, Irsina e Tricarico ed era retta dal Commissario di Zona Lucio Marconi. I campi scuola erano organizzati a livello zonale presso l’Arcivescovado di Matera e tanti erano i ragazzi che vi prendevano parte perché invitati direttamente dall’Arcivescovo che ne stimolava la partecipazione co-finanziando gli eventi e mettendo a disposizione sia i locali che la cucina dell’Arcivescovado.
Matera e Potenza facevano parte del Commissariato Salernitano-Lucano retto prima da Elia Clarizia, un medico di Cava dei Tirreni e poi da Carlo Braca, un avvocato di Salerno. Numerosi furono gli incontri, le assemblee, gli eventi a livello regionale tenutisi a Matera e nel bosco di Fonti di Tricarico.

Nel 1957 la Regione Salernitano-Lucana si scioglie. Salerno è accorpata al Commissariato Campano mentre Potenza e Matera creano una regione scout autonoma pur continuando ad adottare il distintivo regionale salernitano. Il primo Commissario Lucano fu il barese Angelo Amato che nel 1961 fu sostituito dal Commissario Carlo Braca. Franco Palumbo di Matera ha sempre coadiuvato questi Commissari di fuori regione sostituendoli definitivamente fino alla fine degli anni ’60. Ultimo Commissario dell’Asci e primo dell’Agesci fu Giorgio Coviello di Potenza.

Dopo il boom dei primi anni ’50, le associazioni scout della regione si fermano e gli unici gruppi efficienti presenti in regione sono quelli di Melfi, Potenza e Matera.
La metà degli anni ’60 segna un nuovo periodo d’oro per lo scautismo lucano. Si riformano i gruppi in provincia e in città stimolati da sacerdoti attenti ed entusiasti. A Matera, in quest’opera missionaria si distingueranno dapprima il Padre francescano Alfonso Tucci e poi don Pierino Dimichino che ne cureranno lo sviluppo non solo spirituale ma anche territoriale. È grazie a don Pierino che si ha la diffusione dello scautismo in tutte le aree periferiche della città rendendolo fruibile anche alle classi meno abbienti. Don Pierino si farà promotore delle iniziative scout anche in provincia con la riapertura dei gruppi di Bernalda, Montescaglioso, Montalbano, Miglionico, Pomarico, Grottole, Pisticci coinvolgendo tanti suoi confratelli come don Mario Spinello a Pisticci prima e Miglionico dopo. Il 1968, con la contestazione studentesca, l’Associazionismo di matrice cattolica, riceve un grosso colpo d’arresto. Tanti sono i gruppi che contestano la Chiesa, l’uso dell’uniforme, il metodo scout e i tanti capi universitari lasceranno l’associazione per impegnarsi nei partiti e nei sindacati d’ispirazione progressista. Al Convegno Capi dell’Asci del 1969 si partecipa senza uniforme ed il Capo Scout rimprovera i presenti per quello che sta succedendo in seno all’associazione. Le Associazioni nazionali e regionali vivono momenti di tensione e di chiusura e, di fatto, Matera stessa, che censiva da anni 4 branchi, 4 riparti, un clan e due squadriglie libere nell’Asci, 2 cerchi, un riparto, un Fuoco ed una squadriglia libera nell’Agi e un branco, un riparto ed una Compagnia nel Gei, vedranno ridurre drasticamente i soci effettivi. L’Agi si chiude del tutto, il Cngei manterrà un riparto ed una Compagnia mentre l’Asci censirà sulla carta il clan mentre un solo riparto, tenuto dai capisquadriglia poco più che sedicenni, continuerà a vivere l’avventura scoutistica. L’unica soluzione a questa crisi è stata sicuramente la nascita dell’Agesci nel 1974 che, pur sofferta a livello nazionale, fu invece accettata di buon grado in regione. Il primo censimento Agesci vede censiti in regione poco più di 200 scout nei soli gruppi di Matera, Potenza, Melfi, Bernalda, Pomarico, Pisticci e Grottole. L’Agesci aprirà le porte alla componente femminile che arricchirà i gruppi di linfa nuova. In questi anni l’Agesci è cresciuta poco alla volta stabilizzandosi sia nel numero dei gruppi, una quindicina, che nel numero dei censiti che si mantengono a quota 1200 soci.

Abbiamo assistito in questo periodo all’apertura e alla chiusura di diversi altri Gruppi Agesci, come quello di Senise, di Pietragalla, di Metaponto, di Banzi, di Accettura, abbiamo visto il passaggio del gruppo di Pomarico al CNGEI, abbiamo visto la nascita ex novo del gruppo di Ferrandina nel 1983 e poi di quelli di Lavello e Palazzo S.Gervasio.
Il Cngei in Regione è presente solo a Matera sin dagli inizi degli anni ’60. Nato come pattuglia libera della Sezione di Bari ha subìto solo un periodo di chiusura, quando nel 1981 tornò alla Casa del Padre un giovane Capo in seguito ad un incidente durante attività scout. Abbiamo assistito alla sua riapertura in seno all’Assoraider che a Matera ha contato circa 4 Sezioni per poi vedere confluire tutti questi gruppi laici nuovamente nel Cngei. Oggi quest’associazione conta una sola Sezione ben radicata nel territorio con affiliata una sezione di Pomarico.

Altre esperienze associative da segnalare in regione sono la nascita e la chiusura di gruppi scout cattolici della FSE, Federazione degli Scout d’Europa, a Marconia, affiliata ad un gruppo di Padova e a Lavello seppure per un breve periodo.
Ad Avigliano, dopo l’esperienza dei due Riparti ASCI negli anni ‘50, uno dei quali presso il riformatorio regionale, oggi è presente una bella realtà associativa scout di ispirazione evangelica: l’AISA (Associazione Italiana Scout Avventista) che fa capo alla Chiesa Evangelica Avventista del 7° giorno.

Discorso a parte invece va fatto per le associazioni pseudo-scout, che prendono del nostro metodo quello che ritengono più utile e lo calano per ragioni di convenienza in una realtà squisitamente locale come i Kronos-scout di Moliterno che gestistono insieme all’Agesci la Base scout di Rimintiello.

 

Il Distintivo Regionale

La prima ASCI, dalla fondazione alla chiusura da parte del governo fascista, non aveva un distintivo regionale. Sul modello inglese, esistevano distretti e zone. Il 3° distretto della Regione Campania comprendeva la provincia di Salerno e la Regione Lucania. Il distintivo di zona, diviso in diagonale, conteneva una torre medievale che rappresentava la dominazione che ha lasciato maggiori tracce, la Normanna, e la bussola, in alto a sinistra, invenzione dell’amalfitano Flavio Gioia.
Nel 1945, dopo la rinascita dello Scautismo a livello nazionale, è ufficializzata dal Commissariato Centrale ASCI, la Regione Scout Salernitana-Lucana che comprendeva l’attuale Basilicata e la provincia di Salerno.

La “Campania Felix”, che comprendeva i territori delle province di Napoli, Caserta, Avellino e Benevento e la “Salernitano-Lucana”, che comprendeva i territori delle province di Salerno, Matera e Potenza, erano identificate come la “Lega dei due golfi”. Ancora oggi i frati francescani minori si identificano nella regione “ecclesiastica” Salernitano-Lucana.
Il termine Lucania designò amministrativamente questo territorio nel ventennio fascista, e fu sostituito dal 1947 con l’attuale, andando a comprendere le sole due province di Matera e Potenza. Si abolirono quindi i distintivi di zona e si decise di idearne uno regionale.
Il distintivo della Regione Salernitano-Lucana fu introdotto nel 1951 a modifica del precedente, sbarrato. Esso è uno scudo con quattro quadranti giallo oro in campo blu. In due quadranti sono presenti la torre Normanna e la torre Sveva di antichi dominatori della Regione, negli altri quadranti la bussola inventata dall’amalfitano Flavio Gioia e il giglio stilizzato dell’ASCI.

La Regione Salernitana-Lucana fu sciolta nel 1957, quando Salerno passò sotto la guida del Commissariato Campano, mentre la Basilicata diventò Regione Scout autonoma con un proprio Commissariato Regionale e continuò ad utilizzare il distintivo Salernitano.
Il distintivo fu prodotto in alcune varianti di dimensioni e toni di colore su nastro blu di cotone verticale e rimase in uso anche dopo il 1974 con la nascita dell’AGESCI.

Nel 1989/90 fu lanciato un concorso per sostituire il distintivo regionale che, in quanto Salernitano, non descriveva la Basilicata. Molti furono i bozzetti proposti dai partecipanti che furono esposti a Grassano Scalo nel corso di un’Assemblea Regionale. Particolarmente rispondente alla nostra Regione era quello che stilizzava un pino loricato, simbolo del Parco Nazionale del Pollino con i quattro fiumi della regione e in alto la denominazione 'Lucania', terra di luce: 'il sole e l’acqua generano la vita' era il messaggio che l’idea portava in se. Tuttavia la commissione esaminatrice sostituì nel 1991, il vecchio distintivo Salernitano con quello che riproduce fedelmente il Gonfalone Regionale.

Il 22 giugno 1973 il Consiglio Regionale di Basilicata approva all’unanimità la legge sulla determinazione dello stemma e del gonfalone. Il lavoro svolto da una speciale commissione consiliare che ha portato alla creazione di tre simboli tra i quali è stato scelto quello delle quattro onde che raffigurano i quattro maggiori fiumi della Basilicata: Bradano, Basento, Agri e Sinni. Il gonfalone, di colore azzurro mare, reca al centro lo stemma con le quattro onde d’azzurro in campo d’argento ed ha in alto l’iscrizione centrata in oro 'Regione Basilicata'.
Il distintivo scout, prodotto dal 1991 su nastro sintetico verticale bianco prepiegato, ha subito una sola variante, è prodotto ora come distintivo unico rinforzato ai bordi del tipo alla 'Svizzera'.

I Commissari e i Responsabili Regionali

Con la nascita del Commissariato ASCI di Basilicata, l’ultimo Commissario Salernitano, Carlo Braca, passò l’incarico ad Angelo Amato di Bari che fu affiancato sin dal primo momento dal materano Franco Palumbo. Franco ricoprì l’incarico regionale fino al 1969, quando gli subentrò Giorgio Coviello di Potenza che, con la collaborazione di Giuseppe Giordano, mantenne l’incarico fino alla nascita dell’Agesci nel 1974. L’AGI era parte del Commissariato di Puglia e Lucania e Pina Canosa, dopo aver ricoperto l’incarico di Commissaria di Zona della Lucania affidatole dalla Commissaria Regionale Anna Maria Greco, con la scissione delle due Regioni diventò la prima Commissaria di Basilicata. Il CNGEI fa capo ad un Commissariato di Puglia e Basilicata.

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